
06.06.2023 | Teodor Burnar, Sonia Pasquali
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L'Avv. Marko Marović sugli sviluppi del Diritto della Concorrenza in Serbia: "Spetta a noi Avvocati impedire le "fishing expedition" e tutte le altre azioni non conformi alla Legge"
WOLEP: Illustraci la tua carriera.
Marko Marović: Mi chiamo Marko Marović e sono un Avvocato che esercita a Belgrado, in Serbia. Parallelamente alla mia attività, collaboro con uno Studio Legale a Novi Sad, gestito da mio padre. Ho conseguito la laurea triennale in Serbia, presso l'Università di Novi Sad, e successivamente mi sono laureato alla Leiden University Law School, nei Paesi Bassi. La mia area di specializzazione è principalmente il Diritto Societario e della Concorrenza, sulla quale incentro la mia Professione. Si potrebbe dire che gli affari fanno parte della mia personalità.
WOLEP: Da cosa nasce il tuo interesse per il Diritto della Concorrenza?
Marko Marović: Durante l'ultimo anno di studi universitari, il coinvolgimento di mio padre in un caso particolare ha suscitato la mia curiosità e sono diventato interessato a saperne di più. Tuttavia, all'epoca Diritto della Concorrenza non era incluso nel programma di laurea triennale. Questo mi ha spinto a esplorare i programmi di LL.M. all'estero, in particolare nell'Unione Europea, che hanno poi definitivamente scatenato il mio interesse per la tematica. Dopo il conseguimento della laurea triennale, ho avuto l'opportunità di lavorare come tirocinante presso l'ufficio CMS di Belgrado, dove sono stato affiancato da legali esperti in materia di concorrenza. Questa esperienza pratica ha alimentato ulteriormente la mia passione per questa branca del Diritto.
WOLEP: Grazie per averci raccontato questo retroscena. Sono certo che tuo padre sia stato una figura di ispirazione per la tua carriera attuale.
Marko Marović: Sì, lo è stato! E posso dire con orgoglio che lo è ancora.
WOLEP: Un'area che ti interessa particolarmente è quella delle intese restrittive della concorrenza. Per i Colleghi che non sono specializzati, o che magari ne hanno sentito parlare ma non hanno una conoscenza approfondita dell'argomento, potresti spiegare brevemente cosa sono e come impattano sulla concorrenza in un mercato come quello serbo o dell'UE?
Marko Marović: Quando si parla di intese restrittive della concorrenza, è importante notare che tali intese comportano tipicamente un accordo contrattuale tra due o più imprese. In questo contesto, il termine "impresa" comprende un'ampia gamma di entità, tra cui, ma non solo, società, persone giuridiche, associazioni e persino Paesi che operano all'interno di un mercato specifico, nonché individui.
Perché il Diritto della Concorrenza? È sicuramente il campo del Diritto più creativo!
Nel contesto del Diritto della Concorrenza, le intese restrittive si riferiscono ad accordi tra imprese o tra concorrenti che hanno lo scopo di limitare, distorcere o impedire in modo significativo la concorrenza in mercati specifici. La Legge sulla tutela della concorrenza, che regola il mercato della Repubblica di Serbia, è di particolare interesse in quanto si applica alle azioni compiute all'estero che possono avere un impatto sul mercato serbo. Le intese restrittive possono assumere varie forme, tra cui contratti, determinate clausole, condizioni contrattuali e accordi taciti o espliciti. La Legge in merito contempla anche il concetto di "pratiche concordate", che può essere difficile da provare concretamente.
Nel contesto del diritto positivo serbo, vi sono alcuni esempi di intese restrittive e di modalità di individuazione delle stesse, anche se è bene sottolineare che questo elenco non è esaustivo e può essere integrato nel corso del tempo. Di conseguenza, gli accordi restrittivi devono essere considerati un concetto ampio e le Autorità garanti della concorrenza mostrano in genere un elevato grado di flessibilità nel loro approccio.
È importante distinguere tra accordi orizzontali e verticali, a seconda del livello di produzione o della catena di distribuzione. Gli accordi orizzontali si riferiscono ad accordi tra concorrenti diretti in un mercato specifico, mentre gli accordi verticali coinvolgono imprese a diversi livelli di una catena di distribuzione o di produzione. Queste sono solo alcune delle considerazioni chiave in questo settore.
WOLEP: Capisco perché questa area ti affascina. Ricordo alcuni casi importanti relativi a questi accordi che sono stati scoperti in passato sia in Europa che negli Stati Uniti. Ti viene in mente un caso degno di nota che riguarda le intese restrittive in Serbia?
Marko Marović: Nel mercato serbo della vendita al dettaglio, in particolare nel settore delle attrezzature sportive e dell'abbigliamento sportivo, si sono verificati diversi casi interessanti secondo la mia esperienza. Grazie alla trasparenza di questi mercati, è relativamente facile indagare sui prezzi al dettaglio e individuare potenziali comportamenti anticoncorrenziali. La Commissione per la tutela della concorrenza (CPC) in Serbia spesso sospetta l'esistenza di accordi espliciti o taciti tra le imprese, anche se non è sempre così.
Uno di questi casi riguardava un accordo verticale tra un grossista e i dettaglianti, noto come "mantenimento dei prezzi di rivendita". L'accordo vietava ai dettaglianti di fissare prezzi inferiori a quelli stabiliti dal grossista, con conseguente impatto sulla concorrenza in altri mercati. Questo caso è stato molto interessante. Attualmente sono in corso indagini e la CPC ha recentemente adottato decisioni su diversi altri casi.
Alcuni anni fa, in Serbia, si è verificato un caso di accordo restrittivo che riguardava le attrezzature e l'abbigliamento sportivo. Si trattava di un accordo verticale tra il grossista e i dettaglianti, il cosiddetto "Mantenimento del prezzo di rivendita"
In qualità di Avvocato che esercita in Serbia, ho seguito da vicino le decisioni della CPC sui casi relativi al Diritto della Concorrenza. Un caso recente riguardava la fissazione dei prezzi di rivendita dell'elettronica di consumo a marchio Tesla da parte di alcune aziende, attraverso un accordo tra il grossista e i dettaglianti. La decisione della CPC su questo caso è particolarmente degna di nota e raccomando ai Membri di WOLEP della Serbia di leggerla. Sebbene la decisione sia solo riassunta in inglese sul sito web dell'Autorità serba per la tutela della concorrenza, fornisce spunti preziosi ed è rilevante per le nostre attuali discussioni sulle intese restrittive del mercato.
WOLEP: Suppongo che in Serbia, come nell'UE, il quadro giuridico che disciplina il settore delle intese restrittive si sia evoluto negli ultimi dieci anni. Quali sono le aree che richiedono ancora miglioramenti, secondo te?
Marko Marović: La CPC si basa molto sulla legislazione dell'UE, dato che la Serbia è un Paese candidato. Ai sensi dell'articolo 73 dell'Accordo di stabilizzazione e associazione con l'UE, la CPC è tenuta a interpretare le norme alla luce e nel rispetto dei criteri applicati dall'Unione.
La Commissione Europea ha riferito che la CPC ha una prassi molto simile a quella delle Autorità garanti della concorrenza nell'UE e ha espresso apprezzamento per le sue prestazioni. Tuttavia, ritengo che sia la legislazione che gli aspetti procedurali della Legge sulla concorrenza potrebbero essere aggiornati in Serbia. Un dibattito in corso nell'UE riguarda la regolamentazione delle attività delle piattaforme.
In Serbia, la CPC ha recentemente annunciato il rapporto di analisi settoriale sullo stato della concorrenza nel mercato delle piattaforme digitali per l'intermediazione della vendita e della consegna di prodotti alimentari e di altro tipo (2020-2021), che fornisce dati interessanti che potrebbero essere oggetto di ulteriori analisi.
Sul piano procedurale, alcuni diritti delle parti sono indefiniti e potrebbero essere più trasparenti. Ad esempio, le parti dovrebbero avere il diritto di accedere ai file che hanno portato la CPC a ritenere che vi siano indicazioni plausibili di un'infrazione. In pratica, però, queste analisi non sono a loro disposizione, anche se sono state un argomento cruciale per l'avvio di un'indagine da parte della Commissione.
Inoltre, va notato che le società e le imprese serbe potrebbero non avere un livello adeguato di familiarità con la legislazione in materia di concorrenza, né una consapevolezza dell'importanza pratica del rispetto delle relative regole, il che potrebbe portare a risultati loro sfavorevoli.
Le società e le imprese serbe non hanno una buona dimestichezza con la legislazione e con l'importanza pratica del rispetto delle regole della concorrenza, il che può farle finire nei guai.
WOLEP: Abbiamo citato il commercio al dettaglio come, diciamo, un settore in cui è frequente imbattersi in intese restrittive. Ci sono altre attività o settori dell'economia serba che hanno una tradizione di accordi restrittivi?
Marko Marović: Anche se non c'è un settore specifico incline a queste pratiche, vorrei richiamare l'attenzione sulla questione delle gare d'appalto, che è stata osservata concretamente in Serbia. Ci sono stati diversi casi in cui le aziende si sono impegnate a truccare le gare d'appalto, il che implica attività volte a manipolare il processo di aggiudicazione.
WOLEP: Puoi citare alcune delle strategie che queste aziende utilizzano per aggirare la Legge sulla concorrenza? Immagino siano molto creative.
Marko Marović: Le aziende ricorrono spesso a misure molto creative. Questo rappresenta una sfida per le Autorità come la CPC nel raccogliere prove e costruire un caso solido contro di loro. Tuttavia, la definizione di intese e violazioni è piuttosto ampia, il che consente alle Autorità di impiegare strategie creative e di costruire casi anche quando le prove possono non essere immediatamente evidenti. Ad esempio, la violazione può essere dimostrata con un'analisi approfondita dei prezzi e di altri elementi. D'altra parte, per noi Avvocati è importante prevenire le "fishing expedition" e qualsiasi altra azione non conforme alla Legge. Il nostro ruolo è quello di prevenire tali scenari e aiutare le imprese a tutelarsi.
Continua
Tradotto da Avv. Sonia Pasquali
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